lunedì 20 giugno 2016

CONTEMPORARY SIGNS: segni contemporanei per raccontare l’uomo, qui e ora.





Segno: dal latino Signum, che tiene alla radice europea Sak - dire, mostrare. Ciò che serve a indicare, far conoscere, a dare un indizio. - 

Contemporary Signs è un racconto fatto attraverso immagini, installazioni, connessioni con lo spazio, nate da un’intima relazione con il territorio e i luoghi della mostra. Un territorio, quello del Lago di Iseo, mai come ora al centro dell’attenzione mondiale, e luoghi significativi a livello storico, come il Castello Oldofredi, e a livello sociale, come il Circolo Lavoratori, punto di incontro per la comunità. 

Daniele Fabiani, Nicola Ballarini, Pierfranco Fabiani, Julian Soardi, Laurent Trezegnies e Maxime Hanchir affermano la loro personale autonomia attraverso l’alfabeto espressivo che li contraddistingue, mettendo al centro del loro lavoro la riflessione sull’uomo e la contemporaneità, intesa come tempo dell'hic et nunc, cioè l’esistere nello spazio e nel tempo.

L’esistere nello spazio è alla base della relazione artista-opera-ambiente, concetto centrale dell’esposizione, narrato attraverso molteplici linguaggi che spaziano dalla fotografia al collage, dalla grafica alla video art, dalla performance alla tape art. Il percorso espositivo si rivela come un caleidoscopio di sensibilità poetiche molto diverse tra loro, in grado, però, di affermare, attraverso i segni dell’arte, questa nuova relazione con lo spazio, ora più consapevole e rivelatrice di nuovi significati.

In questa prospettiva, gli ambienti della mostra non sono più semplici contenitori, ma diventano parte integrante dell’elaborazione artistica, per cui molte opere sono direttamente ispirate dagli stessi spazi che le accolgono. Grazie ai segni lasciati dagli artisti, il percorso espositivo, si trasforma in un luogo dell’essere, in grado di restituire un panorama di sensibilità, memorie personali, desideri, pulsioni, intuizioni e progetti della coscienza.

 Passo dopo passo, il visitatore deve vivere lo spazio, attraversando cortili e strade. Seguendo queste tracce, lungo il percorso che porta dal Castello al Circolo lavoratori, egli potrà ricomporre un paesaggio interiore, in cui è possibile l’incontro di poesia e sentimento, razionalità e coscienza, abilità tecnica ed emergenza espressiva.
Testo di presentazione della mostra a cura di Sara Zugni

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